I modelli stress-vulnerabilità rappresentano una chiave di lettura pratica e flessibile dei fattori eziologici delle psicosi e hanno importanti implicazioni per la pratica clinica. Questi modelli, ritenuti oggi i più accreditati modi di leggere le caratteristiche e il decorso delle psicosi, riconoscono l'importanza dei fattori biologici, ma mettono in evidenza anche il ruolo dei fattori psicologici e sociali nel determinare gli esiti clinici e sociali della malattia (Fowler et Al., 1998). Tra i differenti modelli propositi si fa riferimento al "Modello Vulnerabilità - Stress - Coping" di Nuechterlein, caratterizzato da un approccio multidisciplinare in cui è discusso il ruolo dei fattori personali, psicosociali protettivi (1984, 1994, 2004).
I fattori di vulnerabilità personali costituiscono la parte più importante del modello e sono le disfunzioni dopaminergiche, la ridotta capacità di processazione, l'iper-reattività del sistema nervoso autonomo a stimolazioni negative e i tratti schizotipici di personalità
Gli stressor psicosociali, secondo elemento del modello, sono costituiti dal clima familiare caratterizzato da ipercoinvolgimento critico o emotivo, l'ambiente sociale iperstimolante e gli eventi di vita stressanti e traumatici
I fattori di protezione sono il coping, l'autoefficacia e/o i farmaci antipsicotici (personali); la capacità della famiglia nella risoluzione dei problemi e/o gli interventi psicosociali di supporto (ambientali).
Se i fattori di protezione personali ed ambientali falliscono, compaiono i disturbi dell'elaborazione dell'informazione. Tali manifestazioni caratterizzano il periodo prodromico, che precede i sintomi caratteristici della fase acuta della patologia psicotica. Secondo questo modello, quindi l’insorgere della patologia non è ascrivibile ad un solo fattore, che non può essere considerato di per sé necessario e sufficiente, ma deriva dalle interazioni continue tra geni, ambiente e processi intrapsichici. Evidenze recenti, provenienti dalla psichiatria biologica, hanno fornito un nuovo insight sulla relazione tra eventi di vita e psicosi e hanno contribuito all'ulteriore sviluppo del modello tradizionale stress-vulnerabilità. L'ipotesi della cosiddetta "teoria dei due colpi" propone che un evento traumatico precoce produca una vulnerabilità a lungo termine ed un "secondo colpo", provoca poi l'insorgenza dei sintomi psicotici (Maynard et al, 2001). Quest'ultimo può essere un evento di vita importante o un episodio di stress. All'interno di tale teoria i life events possono essere suddivisi in due categorie: eventi che si verificano precocemente durante lo sviluppo, es. infanzia e prima adolescenza, considerati come fattori predisponenti per lo sviluppo di un disturbo psichico in uno stadio successivo (eventi di vita precoci) e eventi che si verificano nell'età adulta, considerati fattori precipitanti l'esordio di una psicosi (eventi di vita recenti).
P.I. 01997500663
Ordine degli Psicologi della Regione Abruzzo col n. 2192 dal 16/02/2013
AVVISO: Le informazioni contenute in questo sito non vanno utilizzate come strumento di autodiagnosi o di automedicazione. I consigli forniti via web o email vanno intesi come meri suggerimenti di comportamento. La visita psicologica tradizionale rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico.
© 2021 Tutti i testi presenti su questo sito sono di proprietà della Dott.ssa Maria Rosita Cecilia
© 2021. «powered by Psicologi Italia».
E' severamente vietata la riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei contenuti di questo sito.